Lo sviluppo delle emozioni nel bambino e le diverse prospettive: impariamo a riconoscerle

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Lo sviluppo delle emozioni nel bambino e le diverse prospettive: impariamo a riconoscerle

Lo sviluppo delle emozioni nei primi mesi

Le emozioni (gioia, rabbia, paura, sorpresa) sono reazioni soggettive all’ambiente, percepite solitamente, a livello cognitivo, come positive o negative. In genere sono accompagnate da stimolazione fisiologica e sono comunicate agli altri, attraverso un comportamento visibile, volontario o involontario.

Le emozioni comunicano sentimenti, interazioni sociali, influiscono sulla salute fisica e mentale e aiutano lo sviluppo dell’intelligenza emotiva che è importante quanto quella cognitiva. Per questo è importante che il bambino impari a trasmettere correttamente le proprie emozioni a chi lo circonda e, quindi, in primis alla sua famiglia che può capire le sue esigenze.

– Si definiscono primarie, le emozioni che si manifestano in tenera età, come gioia, paura, sorpresa che non richiedono un’autoriflessione.

– Si definiscono secondarie, le emozioni che si manifestano nelle fasi successive dello sviluppo, come orgoglio, vergogna, colpa, gelosia: esse dipendono dal proprio senso di sé e dalla consapevolezza delle reazioni degli altri ai nostri comportamenti.

le emozioni

Le prospettive dello sviluppo emotivo e il comportamento bambini - genitori

Lo sviluppo emotivo del bambino è influenzato da molti fattori ed è determinato da tre prospettive :

prospettiva genetico – maturazionista: questa teoria conferma come, le differenze individuali nel temperamento , spiegano in che modo un bambino reagisce a situazioni emotivamente stimolanti e come controlla le sue emozioni. Ad esempio un bambino più permaloso, può mostrare una reazione negativa, per essere stato vittima di uno scherzo, da parte di un suo compagno. Un bambino che è più socievole, attivo e con un temperamento vivace, può mostrare una reazione positiva per aver subìto uno scherzo. Perciò è fondamentale il carattere di un bambino i cui aspetti devono essere ben compresi dai genitori e dagli educatori che interagiscono con lui, per aiutarlo nello sviluppo della sua personalità e insegnargli a capire come può reagire ad una determinata situazione nel miglior modo possibile.

prospettiva dell’apprendimento: questa teoria si basa sulle differenze individuali nell’espressione emotiva; infatti, il modo di esprimere le emozioni, la frequenza, la loro intensità, l’età con cui iniziano ad esprimersi, variano da bambino a bambino. L’origine delle emozioni deriva dal contesto ambientale in cui si cresce: ad esempio, un genitore con un certo atteggiamento positivo o negativo, può stimolare o interferire con determinate abilità espressive presenti. Quindi, un genitore che ride molto, può incoraggiare il bambino a sorridere più frequentemente. Le esperienze di apprendimento possono suscitare specifiche reazioni di paura: ad esempio, se il genitore esprime paura per il figlio che sta salendo la scala,il bambino tenderà ad esprimere la stessa emozione, quando si troverà a vivere una situazione simile.

prospettiva funzionalista : teoria contemporanea che spiega come le emozioni ci aiutano a raggiungere determinati scopi e ad adattarci all’ambiente. Le emozioni, inoltre, definiscono i ruoli nelle relazioni sociali, per esempio un’emozione positiva crea legami con chi sta condividendo con noi quel tipo di emozione. Il ricordo delle emozioni passate serve al bambino come modello per reagire ad una situazione del presente. Quindi possiamo affermare che le emozioni guidano i comportamenti e migliorano le capacità dei bambini di adattarsi all’ambiente.

Le emozioni

Come riconoscere le emozioni primarie

Il neonato utilizza il sorriso come prima forma di comunicazione e, infatti, dai primi mesi sorride a tutto. Inizialmente si chiama sorriso di riflesso che richiama l’attenzione dei genitori e di chi lo circonda , diventando un mezzo di sopravvivenza. Mentre nei primi mesi la risata avviene per stimoli sociali, come la vista di un giocattolo o per stimoli tattili, come una carezza della mamma, in seguito si aggiungono gli stimoli visivi e uditivi come il verso degli animali o la visione di un volto familiare. Così impara pian piano a riconoscere l’estraneo dal genitore.

A dieci anni il sorriso del bambino, invece, è sincero ed esprime felicità . Perciò il genitore facilmente può riconoscerlo dal sorriso dei primi mesi.

Il sorriso scoperto è la tipica espressione del bambino con la bocca spalancata, forse per effetto del solletico o del gioco “bubù settete” che causa in lui eccitazione e puro divertimento. Il genitore, a stretto contatto con suo figlio, non avrà difficoltà ad interagire con lui, producendo questo sorriso accompagnato da un senso di meraviglia ed espressioni buffe che sicuramente accresceranno l’autostima del bambino fin da subito.

Dott.ssa Lucrezia Tancredi, insegnante di lettere ed educatrice

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