Giochi educativi bambini

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Giochi educativi bambini

Importanza in età evolutiva

Il gioco è una fase fondamentale per il bambino, con esso egli sviluppa la fantasia, le competenze cognitive ed emotive; con la gestualità ludica conosce le proprie emozioni e riesce a gestire le frustrazioni del proprio mondo emotivo interno. Il gioco è anche un mezzo per conoscere il mondo esterno grazie all’apprendimento di regole, comportamenti e buone prassi e permette l’acquisizione di abilità utili per vivere.

Approcci storici: Freud e Winnicott

Nella psicanalisi il gioco è inteso come una trasposizione simbolica delle esperienze e contenuti emotivi del bambino. Attraverso di esso il bimbo domina mentalmente il mondo esterno e utilizza il gioco come strumento e spazio per scaricare ansie, frustrazioni e rabbia.

Secondo Freud il gioco simbolico rappresenta il livello più alto di evoluzione del gioco e varia in funzione della capacità di poter rappresentare mediante simboli, immagini, nomi e pensieri qualcosa che non è presente e non si percepisce, ma che ha lo scopo di garantire l’equilibrio emotivo del bimbo. Funzioni principali:

– identificatoria, il bimbo fa finta di essere un altro e assume l’identità e il ruolo dell’adulto; esempio sperimenta il ruolo materno/ paterno e fa esperienza dell’accudimento che lui stesso riceve e che ripropone prendendosi cura del peluche. 

– riparatoria e anticipatoria, Il bimbo si prepara ad affrontare un evento problematico che genera in lui agitazione, grazie al gioco riconosce questo stato e lo elabora; il bambino arrabbiato gioca in modo agitato, scaricando il nervosismo e ristabilendo l’equilibrio emotivo.

– compensatoria, consente al bimbo in seguito ad un sentimento angoscioso, di poter abbassare il livello di frustrazione.

Il gioco aiuta la gestione emotiva del bimbo, che non avendo ancora le competenze verbali per comunicare il suo stato emotivo, usa il gioco come compensazione e sfogo.

Winnicott e gli oggetti transizionali i peluche, una copertina, un filo di lana o altri oggetti che diventino per lui tranquillizzanti perché evocano il corpo materno e lo aiutano nei momenti di ansia. Intorno ai 2 anni quando il piccolo inizia gradualmente a distaccarsi dalla madre non vivendolo in modo traumatico e provando a far nascere una propria iniziale autonomia. Le funzioni sono:

– rappresentativo espressiva tra i 2 e 5 anni, il bimbo inizia a rappresentare la realtà imitandola, usa un gioco di finzione e simula qualcosa che ha visto o vissuto; immedesimarsi nel ruolo della maestra o del dottore.

– dominio e controllo, il bimbo riesce a riproporre all’esterno il suo mondo interno e la rappresentazione della realtà che lui ha. Egli costruisce quel mondo interno a livello esterno potendolo anche distruggere modificando certi aspetti; se inizia a tirare fuori vari oggetti, può ritirarli e utilizzarne altri a sua disposizione.

– manipolatoria, i bimbi amano manipolare gli oggetti e da molto piccoli conoscono le caratteristiche del mondo attraverso il mettersi in bocca il gioco, inoltre la manipolazione esprime il bisogno di scaricare tensioni.

Pian piano il bambino diventa capace di apprendere usando i simboli, che sono oggetti usati con un altra funzione; esempio una scatola diventa tavolo, oppure sedendosi dentro immaginando sia un nave e facendo il pirata.

La teoria della mente, il bimbo inizia a comprendere che le persone agiscono in base alla rappresentazione che hanno della realtà esterna. Inizia quindi a immaginare gli effetti delle azioni che si appresta a compiere senza però concretamente osservarne gli effetti; mette in campo varie azioni perché ha consapevolezza che il comportarsi in un certo modo suscita una certa reazione.

Le tappe del gioco

Il valore del gioco nell’evoluzione è un aspetto integrante, il gioco non è una attività come le altre, è l’attività per eccellenza. Attraverso di esso il bimbo cresce e si sviluppa a livello motorio e fisico, ma potenzia anche competenze cognitive perché va a stimolare parti del sistema nervoso, permettendogli di vivere le emozioni e raggiungere una autonomia comportamentale.

Le tappe sono:

– Il bambino che gattona, scivola, cade, salta non sta sviluppando solo l’aspetto fisico e il movimento ma sta giocando, questo è il senso motorio.

– gioco di finzione 24 – 36 mesi, si assumono ruoli, mamma/ papà, maestra o dottore. Il bimbo attua un gioco di finzione e fa sue esperienze che ha vissuto e iniziare a riconoscere i ruoli che sta personificando; quindi i peluche non saranno più solo peluche ma rappresenteranno gli alunni che seguono la lezione della maestra, e interagirà con loro come fossero suoi compagni di scuola.

– tappa della rappresentazione dai 3 anni in su rientra nel gioco simbolico

– gioco socio drammatico di ruolo e con regole, richiede la capacità di riuscire a giocare non solo singolarmente ma anche con il gruppo di coetanei. I giochi di ruolo e di regole presuppongono che ci sia un modo tra i bambini di interagire, con una sorta di rispetto per il tempo dell’altro nel suo momento di interazione.

Il ruolo dell’adulto

Le figure di riferimento adulte devono accompagnare e supportare il bimbo nelle sue attività ludiche, rispettando la sua libertà di espressione e il modo in cui decide di giocare. Allo stesso tempo bisogna intervenire laddove ci siano situazioni di predominio da parte di un bimbo sull’altro, quando subentra la parte prepotente, che non è cattiveria né intenzionalità ma è il suo volere prendere la scena. Esempio, bimbi che giocano insieme iniziano a litigare per contendersi lo stesso gioco, noi stoppiamo quella situazione e proponiamo soluzioni alternative; giochi diversi o trovare il modo di fargli condividere quello stesso gioco perché apprendimento significa anche imparare a condividere i propri giochi.

Psicologa clinica, educatrice, animatrice sociale, consulente tutela minore - Dott.ssa Monica Mensa

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