Disturbo dello spettro autistico

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Disturbo dello spettro autistico

Che cos’è l’autismo e i suoi funzionamenti

La prima cosa importante da dire è che l’autismo non è una malattia ma è una condizione e caratterizza in Italia circa ¼ della popolazione maschile. L’autismo ha diversi tipi di funzionamento e questo si ripercuote nella vita e nelle autonomie personali di chi ne soffre.

I funzionamenti sono di tre tipi

  • alto funzionamento consente una vita ad elevato grado di autonomia sia personale sia delle relazioni sociali
  • medio funzionamento consente una limitata ma gestibile attività a livello personale, relazionale e delle autonomie
  • basso funzionamento compromette parte della vita privata della persona e non consente uno svolgimento adeguato alle norme sociali della vita.

Dall’autismo non si guarisce ma ci sono interventi psico educativi che vanno a migliorare le autonomie, la qualità della vita e delle relazioni. Questi interventi si attuano durante tutto l’arco di vita, ovviamente con metodologie differenti e con obiettivi diversi considerando la persona calata in un un contesto a 360 gradi.

La comunicazione verbale e non verbale

Nel disturbo con spettro autistico ad alto funzionamento quasi sempre la comunicazione è verbale; nel medio funzionamento dipende dai casi e nei livelli di bassi invece potrebbe esserci una compromissione a livello verbale, ciò significa che la persona potrebbe non parlare ma comunicare attraverso immagini in pcs.

Nella comunicazione non verbale ci si avvale di strumenti visivi come agende che servono per scansionare la routine quotidiana e danno un grado di prevedibilità agli eventi; perché spesso le persone con disturbo dello spettro autistico a tutti i livelli hanno bisogno di una scansione oraria delle attività che vengono svolte e una risposta adeguata agli imprevisti che altrimenti potrebbero causare degli squilibri emotivi.

Ricordiamoci che ogni persona con autismo è a sé, quindi ogni intervento psico educativo deve essere adattato secondo il principio pedagogico della personalizzazione della persona

Attività per potenziare o acquisire autonomie

Le attività che si vanno a svolgere dipendono dall’età, dal tipo di funzionamento e da quello previsto dal progetto educativo.

Sia a livello scolastico sia domiciliare abbiamo una prima fase di osservazione, poi si prevede l’intervento educativo per potenziare le autonomie presenti o farne acquisire di nuove.

A livello domestico si lavora sulle autonomie, sui punti di forza come può essere imparare ad allacciarsi le scarpe, a usare bene il bagno, a muoversi all’interno della casa.

A scuola si lavora su un punto di vista didattico, sulla motricità fine o sulle relazioni sociali. Le attività che vengono svolte sono ad esempio imparare ad aprire una bottiglia, quindi prendere il tappo metterlo sulla bottiglia e avvitare, oppure svitare una bottiglia e rimetterlo via; questa attività a noi può sembrare molto banale ma per una persona con questo disturbo sopratutto se a basso funzionamento è una competenza da imparare.

A volte viene detto all’utente di compiere questa attività in modo verbale e a volte solo indicando gli oggetti da prendere e dove deve metterli, si cerca di limitare il comando verbale al solo gesto affinché l’utente sia quanto più autonomo possibile.

Oppure attività di categorizzazione di animali attraverso immagini classificate, animali di terra, del mare, del cielo, in cui l’utente attacca e stacca le immagini su pannelli in cartone; stessa cosa per imparare a contare con le immagini che vengono associate al numero.

Scuola, professionisti e famiglia nell’ottica di una continuità di intervento

Nella scuola la consapevolezza di avere un bambino con spettro autistico c’è e ci sono gli insegnanti molto attenti su queste tematiche, è bene comunque lavorare in sinergia tra professionisti, quindi con insegnanti, psicologi e anche con la famiglia, che deve avere contezza ed essere educata sui temi dell’autismo e della condizione del figlio. Allo stesso tempo anche i compagni di classe che stanno accando a chi soffre di questo disturbo devono esserne coscienti, tutto questo è importante per una migliore inclusione scolastica.

Le attività fatte a scuola possono avere una continuità anche a casa, la famiglia con l’aiuto di un professionista, in questo caso un educatore socio pedagogico, aiutano l’utente che trovandosi in un ambiente per lui confortevole, riesce a esprimere al meglio le sue potenzialità.

Quindi il professionista forma la famiglia per cercare di dare una continuità tra il suo intervento e quello genitoriale che è importantissimo, imprescindibile per consolidare le autonomie che vengono apprese durante il percorso psico educativo, questo è un lavoro molto lungo, che richiede tempo e pazienza ma col tempo si possono raggiungere buoni risultati.

E’ importante che la persona col disturbo dello spettro autistico ripeta la stessa attività, fare sempre le stesse identiche attività in modo rigido, questo consente di consolidare le autonomie acquisite.

E’ un lavoro che non possiamo fare da soli noi educatori ma serve sempre l’aiuto di altri priofessionisti e seguendo le linee guida della psicologia o della neuropsichiatria infantile, esse ci consentono di avere un percorso da seguire e da mettere in atto per garantire un processo di miglioramento continuo.

Educatore socio pedagogico - Federico Siena

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